Il Commento

Fascicolo 1


Negazione della morte

Samuel Taylor Coleridge
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Più salgo al disopra della natura animata, degli uomini, dei greggi e degli uccelli famigliari, dei boschi e dei campi, più si fa intenso in me il sentimento della vita. La vita mi sembra allora uno spirito universale che non ha e non può aver contrario. Dio è dappertutto, ho esclamato, e agisce dappertutto: dove trovar posto per la morte? In quei momenti ho vissuto credendo che la morte esiste soltanto perchè esistono le idee, che la vita è la sensazione senza limite, che la morte è generata dai sensi organizzati e specialmente dalla vista, che i sentimenti muoiono colando nelle forme dell'intelligenza, diventando idee, e che le idee, passando nell'azione, riprendono i loro diritti nel mondo della vita. Ed io credo veramente che la verità è in queste generalizzazioni approssimative. Non credo possibile che nessun dolore fisico possa consumare l'amore della gioia, ch'è una parte essenziale di me stesso, l'amore delle colline, delle roccie e delle acque.

S. T. COLERIDGE.
(Lettera a Wedgwood, 14 gennaio 1803,
in Cottles, Reminiscences, 454-6).


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